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L’attualità e la necessità di “Pensare globalmente, agire localmente”

Una riflessione sulla funzione di GND

Riproporre lo slogan storico degli ambientalisti “Pensare globalmente, agire localmente” potrebbe apparire come una proposta stantia, vecchia, superata.
E invece la situazione attuale ci dimostra che questa visione è tragicamente attuale.
Lo dimostrano l’invasione dell’Ucraina, le politiche di Trump, i legami economici con l’Unione Europea.
Tutti aspetti che hanno ripercussioni dirette sulla nostra vita e soprattutto sul futuro delle nuove generazioni.
In rapporto all’Europa, l’incapacità del governo nazionale, regionale e locale nello spendere, bene, i fondi del PNNR non può essere l’alibi per farci dimenticare che l’Europa è il nostro destino.
La solidarietà dimostrata dalle nazioni appartenenti all’Unione Europea dopo il Covid ha garantito 225 miliardi all’Italia, di cui il 40% delle risorse al Mezzogiorno, con numerose azioni per la “transizione ecologica”, la rigenerazione urbana, l’economia circolare, per infrastrutture e servizi ecologici in gran parte disattese.
Le politiche dei dazi di Trump incidono sulla nostra fragile economia sui settori campani della moda, dell’agroalimentare, riducendo ancora di piu’ le prospettive per i nostri giovani, oggi costretti ad abbandonare le nostre terre per costruirsi un futuro decente, per non dover sottostare ad umilianti metodi per entrare nel mondo del lavoro.
L’evoluzione dello scenario geopolitico internazionale, sintetizzato in un tragico articolo di Daniel Cohn Bendit sul rischio di un accordo Trump/Putin che mira a disgregare l’Unione Europea e ripreso da Casimiro Monti con l’appello “Svegliatevi, Svegliamoci” deve renderci consapevoli che processi internazionali hanno conseguenze pesanti anche su Napoli e il suo futuro.
In questo quadro è necessario e urgente riprendere una visione radicale dell’ambientalismo, alternativo a quello annacquato di chi rincorre poveri immigrati su via Toledo o di chi propone obsolete e inutili domeniche ecologiche per risolvere la gravità delle condizioni di inquinamento atmosferico e dei pericoli per la salute.
Del resto la necessità di un cambio di rotta emerge chiaramente da un quadro politico e culturale attuale desolante, evidenziatosi nelle elezioni regionali della Campania e che, a Napoli, ha provocato l’astensione di circa il 60% degli elettori, confermando la disaffezione dei napoletani anche verso l’amministrazione comunale, espressione di lobbies accademiche affaristiche che stanno ridefinendo la visione della città in una prospettiva sicuramente non ecologista e fortemente orientata alla privatizzazione di beni comuni e di servizi pubblici.
Numerosi sono gli esempi a supporto di queste affermazioni, come, ad esempi, l’evento dell’America’s Cup come occasione per stravolgere il destino di Bagnoli e annullare il sogno dei napoletani di una spiaggia pubblica per tutti e non un porto per pochi; oppure le politiche autocentriche che peggiorano le condizioni di inquinamento e di sicurezza della città, come ampiamente documentato in report scientifici; o, infine, l’imbarazzante incapacità politica e gestionale sul verde pubblico, nonostante ingenti fondi disponibili dal 2018 da parte di Città Metropolitana per i maggiori parchi della città (Virgiliano, Camaldoli, Scampia, villa Comunale etc.), e con affidamenti per la gestione di gran parte delle aree verdi a pseudoassociazioni private o aziendali, senza alcun controllo da parte pubblica.
Rispetto a ciò, va invece ricostruit,a e realizzata, una visione strategica che si relazioni a cio’ che avviene nel mondo e proponendo, pe la nostra città, soluzioni radicali sulla mobilità, sull’energia, sulle politiche del lavoro, sull’acqua pubblica, sui rapporti tra cittadini e politica, sull’inclusione sociale al fine di offrire soluzioni condivise, partecipate, concrete e con l’obbiettivo di coniugare economia e ecologia e definire un nuovo modello urbano e sociale di città.
In conclusione, e con la consapevolezza di essere solo una goccia d’acqua nell’oceano ma con la presunzione di poter agire insieme a tante altre gocce oggi disperse ma con la speranza che possano aggregarsi, l’iniziativa editoriale di GND vuole rappresentare una piccola scintilla perché si riprenda a riflettere e agire.

 

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