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Bagnoli e Coppa America: 25 soggetti civici e associazioni scrivono al Sindaco per difendere salute, ambiente e democrazia urbana
Con l’avvio dei lavori preparatori per la Coppa America, evento di grande rilievo internazionale, sull’area di Bagnoli si apre una riflessione pubblica che riguarda il cuore stesso della transizione ecologica urbana. Venticinque fra soggetti civici e associazioni, attive nei campi dell’ambiente, della cultura, dell’urbanistica, della tutela dei beni comuni e della partecipazione civica, hanno indirizzato una lettera aperta al Sindaco di Napoli e Commissario governativo per la bonifica, ponendo nove domande cruciali sul futuro dell’area.
Un intervento che non è contro l’evento sportivo in sé, ma chiede che sviluppo, salute, tutela ambientale e diritti dei cittadini procedano insieme, senza scorciatoie.
Dragaggi e assenza di Valutazione di Impatto Ambientale
Il primo nodo riguarda i dragaggi dei fondali marini, interessati da contaminazioni da IPA e PCB. Secondo le associazioni e numerosi esponenti del mondo accademico, tali interventi stanno procedendo in assenza di una Valutazione di Impatto Ambientale conclusiva, condizione che espone il territorio a rischi sanitari e ambientali significativi. La classificazione di queste opere come “temporanee” non può sostituire, sottolineano i firmatari, il principio di precauzione, cardine delle politiche ambientali europee.
Opere temporanee e uso delle risorse pubbliche
Pontili, scogliere provvisorie, edifici sulla colmata e interventi di capping, definiti temporanei, comportano un impegno economico stimato in circa 207 milioni di euro. Nel progetto non risultano chiaramente indicate né la loro rimozione né i costi futuri. Questo punto tocca una questione centrale: la sostenibilità economica delle scelte pubbliche, che non può prescindere da trasparenza e responsabilità.
Sindaco e Commissario: una questione di governance
La lettera pone una riflessione di fondo sulla governance urbana. Il ruolo di Commissario comporta l’attuazione di decisioni governative, mentre quello di Sindaco impone la tutela della salute, dell’ambiente e degli interessi della comunità locale. A Bagnoli, questa sovrapposizione solleva interrogativi legittimi su come garantire equilibrio istituzionale e centralità del bene comune.
Partecipazione come diritto, non come concessione
Per interventi di tale portata, la partecipazione pubblica non è un’opzione, ma un diritto sancito dalle normative europee e dalla Convenzione di Aarhus. Le associazioni denunciano invece una comunicazione unidirezionale, priva di reale confronto. Senza partecipazione non c’è transizione ecologica, ma solo gestione emergenziale del territorio.
Un progetto cambiato senza confronto
Il progetto originario per Bagnoli prevedeva una spiaggia libera e continua da Nisida a Pozzuoli, la rimozione della colmata e la realizzazione di un grande bosco urbano di 120 ettari, approvato attraverso un concorso internazionale. Le modifiche successive, avvenute senza consultazione pubblica, hanno ridotto la spiaggia e compromesso la continuità ecologica, allontanando il progetto dalla sua visione iniziale di rigenerazione ambientale.
Porto turistico e rischio di cementificazione
I rendering circolati sui media mostrano un porto turistico con yacht e megayacht, grandi strutture retrostanti e pochissimo verde. Uno scenario che prefigura un hub nautico e fortemente cementificato, in netto contrasto con i piani vigenti e con le aspettative della cittadinanza.
Sicurezza, lavoro e ripristino ambientale
Le associazioni chiedono garanzie sulla sicurezza dei lavoratori e dei cittadini, alla luce delle perplessità espresse dal mondo scientifico, e domandano se sia previsto un reale ripristino degli equilibri paesaggistici, biologici e naturalistici una volta conclusi i lavori.
Un progetto definitivo ancora assente
La documentazione disponibile viene giudicata frammentaria e incompleta, insufficiente a delineare una visione chiara del futuro di Bagnoli. I firmatari chiedono la pubblicazione di un progetto definitivo ed esecutivo, trasparente e comprensibile, con l’indicazione dei progettisti incaricati.
Scarichi in mare e tutela degli ecosistemi
Tra i punti più critici vi è la previsione di nuovi scarichi in mare nell’area di Gaiola–Nisida, sito Natura 2000 e Area Marina Protetta. Una scelta che rischia di compromettere uno degli ecosistemi più preziosi della costa napoletana e le attività sostenibili legate al mare, come pesca, mitilicoltura e balneazione.
I Firmatari
Nu.Rige – Nuove Rigenerazioni Campania; ADA Donne Architetto Napoli; AIR Architetti in Rete; ANPI Bagnoli – Sezione Salvatore Serio; A.N.T.A.R.E.S. ETS; Associazione Marco Mascagna; Associazione Progetto Cittadino; Captain Paul Watson Foundation Italy; CSI Gaiola; FIAB Napoli Cicloverdi; GEA; Gente Green APS; Green News Deal; Infiniti Mondi; Italia Nostra Campania; LAN – Laboratorio Architettura Nomade; MaiPiùAmianto; N’Sea Yet – P&S; Legacoop Campania; Rete Sociale No Box; Diritto alla Città; Rigenera Campania; WWF Napoli ETS; Progetto Hydrosophia; VAS – Verdi Ambiente e Società Napoli.
L’appello finale
Le associazioni chiedono al Sindaco di mettere al centro la salute, l’ambiente e i diritti delle comunità locali, resistendo alle pressioni delle grandi lobby immobiliari e finanziarie. Napoli, ricordano, non può permettersi di ripetere gli errori del passato.
La visione proposta è chiara e coerente con i principi della transizione ecologica: una spiaggia pubblica e continua, mare pulito, un grande polmone verde urbano e un paesaggio rispettato e valorizzato. Un progetto che non solo è possibile, ma necessario per il futuro sostenibile della città.