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NuRiGe, il collegamento Roma-Pompei incide in modo irrisorio

18 Luglio, 11:39
(ANSA) - NAPOLI, 18 LUG - La scelta di attivare un collegamento ferroviario diretto tra Roma e Pompei, sostiene l'associazione Nuove Ri-Generazioni Campania, nata su iniziativa di Cgil Campania, Fillea Cgil Campania e Spi Campania, oltre a incidere "in modo irrisorio sul volume totale dei milioni di turisti che ogni anno visitano Pompei, denota una visione strategica di un modello di sviluppo turistico 'mordi e fuggi' che nulla lascia sul territorio e che, nel caso in esame, consolida ancor di più l'inaccettabile impatto che il tracciato ferroviario comporta su un terzo della linea di costa del Golfo di Napoli, condizione che determina una barriera fisica e psicologica verso il mare per i residenti della fascia costiera, da San Giovanni a Teduccio a Castellammare di Stabia, e impedisce qualsiasi ipotesi di recupero, riqualificazione ambientale, attuazione delle potenzialità di una parte significativa dell'area metropolitana".
"Il disagio delle comunità di poter accedere al mare, che emerge con forza durante la stagione estiva - si legge in una nota diffusa dall'associazione - è una costante latente in comunità che per millenni hanno avuto un rapporto fisico viscerale e antropologico con il mare, interrotto per l'affermarsi di un presunto modello di sviluppo che ha individuato nella fascia costiera lo spazio da sfruttare per fabbriche (ora dismesse di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia) e strutture portuali sviluppatesi in parallelo alla costa, con molti spazi inutilizzati.
In questo scenario il tracciato della linea ferroviaria RFI si configura come causa principale di molti effetti negativi sul territorio; comportando la ghettizzazione, il degrado, l'innesco di motivi di disgregazione sociale e di illegalità in molte parti di tessuti urbani storici (in particolare Centro Storico di Torre del Greco, Torre Annunziata), il degrado di aree naturali dalle grandi potenzialità (foce Sarno, Stagnone, scoglio di Rovigliano), l'utilizzo di molte aree costiere a valle del tracciato come punti di scarico illegale di rifiuti".
"Per la fascia costiera vesuviana - secondo l'associazione - è possibile una visione strategica alternativa a quella accennata dal ministro Sangiuliano. Una visione che definisca un modello di sviluppo nel quale la rigenerazione urbana possa essere di traino per una riorganizzazione complessiva del territorio che, nel rispetto delle identità dei luoghi, metta insieme tutela della natura e dei beni culturali, sicurezza, sviluppo economico compatibile con il territorio, recupero del rapporto con il mare, riqualificazione dei tessuti urbani, recupero della coesione sociale".
"L'importante - concludono Francesco Escalona, presidente Nurige Campania ed Enzo Russo, componente Cts Nurige - è agire all'interno di un quadro coerente con una visione condivisa strategica che possa consentire anche interventi parziali, ma all'interno di un'unica prospettiva.
Nurige, con il supporto del proprio Comitato Tecnico-Scientifico, si candida per l'elaborazione di un'ipotesi di rigenerazione della linea di costa vesuviana, da inserire nella programmazione urbanistica e strategica della Città Metropolitana, con il coinvolgimento delle Amministrazioni dei Comuni Costieri, di Rfi, di Eav, dell'Autorità Portuale, del Demanio Marittimo, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori portuali, delle Aree Marine protette, delle associazioni ambientaliste, di categoria, della rete Puad". (ANSA).