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Parco Mascagna a Napoli, non un parco qualsiasi

Non un Parco qualsiasi.
Parco Mascagna, nel quartiere Vomero, è una piccola area verde di appena mezzo ettaro, che non può essere assimilato ad una qualsiasi area verde di Napoli.
Sicuramente il fatto di essere un residuo spazio che ha resistito al massiccio sacco edilizio degli anni Sessanta e che ne caratterizza una funzione essenziale per decine di migliaia di cittadini è un fatto importante, ma ancor di più lo è la sua storia di partecipazione e di visione del futuro.
E il nome del Parco racchiude in sé questo enorme valore.
Marco Mascagna, a cui è dedicato, era un giovane ambientalista che, insieme a tanti come Casimiro Monti, Enzo Russo, Ermes Ferraro e Pio Russo Krauss, riuscì a coinvolgere i cittadini del Vomero per fermare lo scellerato progetto di realizzare un parcheggio interrato di dieci piani che avrebbe distrutto completamente l’area verde.
Riuscirono a bloccare la speculazione ma riuscirono ad ottenere ancora di più, la pedonalizzazione delle aree al contorno (dove parcheggiavano centinaia di auto) e la riqualificazione dell’area con il progetto di Silvana Santagada del 2004, che trasformava le aree abbandonate in un giardino domestico urbano, di cui le aree pedonali al contorno erano parte integrante.
Da allora l’assenza della manutenzione e il successivo “riempimento” di funzioni hanno determinato un degrado sempre più accentuato dell’area.
Oggi, su finanziamento di Città Metropolitana, finalmente sono partiti i lavori di riqualificazione, ma prendendo subito una direzione sbagliata.
Infatti le prime opere sono state quelle del brutale abbattimento di numerosi e alti lecci, con la preoccupante prospettiva di nuovi e ulteriori tagli. Tale situazione ha determinato l’indignazione di molti cittadini e associazioni (WWF, Rete No Box, Mamme del parco, ai quali si aggiunge la nostra redazione) che hanno chiesto chiarimenti a riguardo all’Amministrazione Comunale.
In questo quadro è auspicabile che si apra un confronto civile con l'assessore Santagada su questa vicenda e sulla gestione di tutto il verde cittadino, a partire dall’immediata sospensione dei lavori. Lo scopo è quello di attivare processi di partecipazione civica e, nel contempo, garantire la qualità e la correttezza degli interventi, tenendo anche conto di un ribasso probabilmente eccessivo da parte dell’impresa appaltatrice del 35%.
di Enzo Russo, architetto urbanista
Carmine Maturo