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Turismo centro storico – Spaccanapoli: ma la città è ancora dei cittadini?

Ieri, mentre passeggiavo lungo Spaccanapoli, un fatto spiacevole ha turbato il mio cammino. Parlavo al telefono con un'amica, fermandomi vicino al campanile di Santa Chiara, quando la linea è improvvisamente caduta. Una voce da una bancarella nelle vicinanze mi ha apostrofato in modo irrispettoso: "T'ha sbattuto 'o telefono nfaccia e mo' te ne vuó ji'?" urlava, lasciandomi perplesso. Nonostante cercassi di comprendere la ragione di tale reazione, l'individuo ha continuato ad agire in modo aggressivo, spingendomi senza motivo quando ho chiesto chiarimenti.
Per fortuna, una coppia di ragazzi è intervenuta per separarci, spiegandomi che possedevano anch'essi una bancarella e che non tutti gli espositori condividevano quel comportamento.
Quest'episodio non solo mi ha scioccato, ma ha riportato alla mia mente un'altra situazione raccontatami da un'amica, guida turistica, cacciata in malo modo con il suo gruppo mentre sostavano nella zona antistante alcuni tavolini nella Piazzetta piú avanti. Questi eventi mi hanno spinto a riflettere sulla gestione della situazione senza ricorrere alla violenza, nonostante la provocazione.
La domanda che sorge spontanea è: cosa possiamo imparare da questi fatti che, a quanto pare, non sono affatto isolati? È essenziale considerare come il turismo e il poco controllo abbiano alimentato un atteggiamento arrogante ed esclusivo da parte di alcuni operatori. Alcune bancarelle, probabilmente senza autorizzazione, diventano un pericolo, ostacolando il flusso dei visitatori, occupando spazi pubblici e comportandosi come se fossero gli unici legittimi proprietari, ignorando il fatto che, anche con una concessione, lo spazio urbano rimane di tutti.
Questa arroganza e mancanza di rispetto sembrano derivare dai controlli poco costanti e dal mancato rispetto delle regole civili. È imperativo che le autorità competenti, in questa vivace realtà turistica, vigilino e regolamentino queste attività, ribadendo che avere una concessione non implica possedere in modo esclusivo un territorio pubblico.
Episodi come questi non dovrebbero essere considerati banali o generare il solito atteggiamento del "é cosa 'e niente" di eduardiana memoria, ma piuttosto dovrebbero fungere da spunto per una discussione più ampia, affinché si possa riflettere su come gestire il turismo e tutte le attivitá da esso scaturite, in modo sostenibile e rispettoso per i residenti. È cruciale preservare la bellezza e l'essenza dei luoghi come Spaccanapoli, garantendo che la città resti dei cittadini.
Carmine Maturo